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06 Ago 2023

Il futuro del sapere con Giorgio Zanchini all’agosto degasperiano

Lunedì 7 agosto alle 18 è atteso il prossimo incontro della rassegna “Agosto degasperiano – Inquietudini”, dal titolo “Esiste ancora la cultura? Il futuro del sapere nel mondo iperconnesso”. In Piazza A. De Gasperi, a Borgo Valsugana, il giornalista e conduttore Giorgio Zanchini ci spiegherà come è cambiato il nostro modo di leggere, conoscere e imparare in un mondo che va sempre più veloce.

Dopo aver indagato il nostro rapporto con la natura con Marco Aime e Roberto Mezzalama ad Arte Sella, l’esplorazione dell’Agosto degasperiano 2023 continua a portarci alla scoperta dei cambi di paradigma che i nostri tempi inquieti ci impongono, alla ricerca di un orizzonte che ci faccia intuire le coordinate del futuro.

Oggi viviamo nell’età dell’abbondanza, forse della sovrabbondanza”. La sovrabbondanza, dunque, è la parola individuata dal giornalista Giorgio Zanchini per descrivere il passaggio da un’epoca caratterizzata dalla scarsità di informazioni in mano a un’elite selezionata ad una cultura di massa in cui tutti, grazie agli smartphone, hanno accesso a una quantità di contenuti fino a pochi anni fa inimmaginabile. Estremamente positivo aver aperto le porte del patrimonio culturale a tutti, ma in un mondo in cui la profondità ha lasciato spazio alla velocità forse le troppe informazioni hanno cambiato profondamente i modi di fruire dei contenuti culturali non permettendoci di fruirne.

Nell’incontro dal titolo “Esiste ancora la cultura? Il futuro del sapere nel mondo iperconnesso” Zanchini ci illustrerà come oggi si legga, apprenda e ci si informi in modo diverso rispetto al passato. Il fatto di avere uno smartphone a portata di mano ha reso infatti le nostre ricerche rapide e istantanee, e quindi superficiali e presto dimenticate. Davanti a questo scenario irreversibile, e senza cadere in inutili nostalgie, come possiamo far sì che la cultura sia qualcosa di più di un mero accumulo di informazioni? Come può rimanere un faro che ci guida in una visione complessiva del mondo? Forse è necessario tornare a chiederci cosa intendiamo con cultura oppure, come sostiene Zanchini, “abbeverarsi da tante fonti e scegliere i filtri giusti”.

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(Ufficio Stampa PAT)